Assad, considerato in Occidente un dittatore sanguinario, in realtà è tutt'altro rispetto all'immagine con cui è dipinto; egli, infatti, resta l'ultimo baluardo difensivo contro il pieno controllo dell'area da parte degli Stati Uniti e dell'UE, che aspirano al monopolio di un'area assolutamente vitale per le forniture di energie e per la strategia militare nell'area medio-orientale, dove già da molto tempo gli USA hanno intrapreso, con l'esplicito appoggio della UE e dell'ONU, operazioni militari volte a egemonizzare l'area: Afghanistan, Quwait, Iraq. Nel nord Africa, invece, si è fatto ricorso all'induzione di rivolte popolari guidate che prendono il nome di 'primavera araba'. Molti studiosi di geopolitica e di psicologia hanno accertato che il movimento di ribellione non fosse spontaneo ma indotto da una sapiente propaganda. A seguito di simili rovesciamenti, capi di stato come Geddhafi e Mubarak, da sempre ostili verso l'Occidente, sono stati fatti fuori senza l'impiego di un solo soldato occidentale. Il modello applicato fu quello di Saddam Hussein prima della sua 'ribellione' che ha portato il paese ad essere interessato da sue conflitti giustificati da fantomatiche ideologie di solidarietà verso un paese che non è nulla come il Quwait (1991, Prima Guerra del Golfo) e dalla presenza di armi di distruzione di massa mai esistite (2003, Seconda Guerra del Golfo). Il modello attuale vincente pare essere l'Arabia Saudita, guidata da una dinastia amica degli USA.
In mezzo a tutta questa trama resta in piedi solamente il regime iraniano e il governo di Assad che, per la sua ostilità verso l'Occidente e per il suo patriottismo, oggi si vede interessato da una guerra internazionale volta ad abbatterlo e ad instaurare in Siria una finta democrazia teleguidata dagli USA. Se si fa caso alle notizie che giungono riguardo alla Siria, si parla sempre di aviazione di Assad che bombarda ed uccide ma non si vedono mai le immagini di un aereo che attacca o di un carro armato che spara. Al contrario, le immagini che a noi giungono sono solamente quelle dei ribelli armati con armi americane intenti in operazioni di finta guerriglia. Ma cosa sta accadendo realmente in Siria? Non quello che viene raccontato, una congerie di bugie mal confezionale ma tuttavia digeribili. Moltissimi video che giungono dalla Siria dimostrano chiaramente due elementi fondamentali. Il primo è che a sparare sui civili e a trucidare senza ragioni intere comunità sono i ribelli, mentre l'esercito è intento nell'estremo e disperato tentativo di difendere i civili. In televisione è circolato per lungo tempo il video di una donna siriana che si disperava per la morte del figlioletto gridando 'Lo hanno ucciso, lo hanno ucciso' mentre altre persone la sorreggevano. In realtà, la seconda parte del video, non resa nota, mostrava la stessa donna che, dopo aver detto la frase di cui sopra, grida: 'Perché hanno lasciato che l'esercito andasse via?'. Allo stesso modo, un altro video ben poco noto ma che è perfettamente reperibile su youtube, la cui validità è indubbia, mostra gruppi di uomini armati intenti nello sparare in città su qualsiasi cosa si muova. La città non è però occupata da nessun esercito, pertanto questi uomini sparano sui civili al solo scopo di terrorizzare la popolazione. Da una indagine accurata svolta, risulta che gli uomini ritratti nel video non sono soldati regolari ma gruppi di contractors dotati di armi di fabbricazione tedesca, pertanto in nessun modo riconducibili ad Assad. Altri video reperibili su youtube ritraggono gruppi di guerriglieri intenti nel mitragliare un autobus di civili dall'alto di una palazzina bombardata. Essi non sono soldati regolari e nell'aprire il fuoco gridano frasi inneggianti alla rivolta contro Assad.
Il secondo elemento che dimostrano i molti video che giungono dall'area in questione è che da molto tempo in Siria vi è un impegno diretto di alcune potenze occidentali: in primo luogo la Germania, che non fa mistero del supporto 'tattico' che offre ai ribelli siriani. In realtà, questo supporto definito 'tattico' si risolve in grosse forniture di armi di second'ordine e nell'invio di piccoli contingenti armati per operazioni di precisione. La Germania è impiegata in simili operazioni da almeno un anno e mezzo. Francia e Gran Bretagna hanno recentemente chiesto all'UE di benedire il loro futuro intervento a supporto delle truppe di ribelli tramite forniture di mezzi. In realtà, anche questi due paesi sono rapidamente passati dall'impegno militare diretto in Libia ad un similare intervento in Siria. L'Italia ufficialmente non è interessata all'area ma, viste le operazioni militari condotte di recente in Libia, non si esclude che anch'essa sia attualmente impegnata anche in Siria.
A supporto di Assad vi è, com'è noto, la Russia che periodicamente fornisce materiale bellico all'esercito regolare. Tuttavia, l'area è di interesse anche per i cinesi dei quali alcune voci dicono essere attualmente intenti nell'invio di capitali al regime siriano. Ormai accertato è, invece, l'appoggio chiaro e tondo del governo iraniano, quanto mai interessato a non veder cadere Assad.
Fra i paesi che attualmente supportano i ribelli si apprende ieri essercene altri sette: Giordania, Qatar, Arabia Saudita, Croazia, Turchia, Israele ma soprattutto gli Stati Uniti, mentre è in dubbio la presenza anche del Pakistan. Il governo americano sta cercando di spiegare ai cittadini, con una comica propaganda, che l'intervento a supporto dei ribelli sia giustificato dal timore che fra di essi si possano generare frange estreme vicine ad AlQaeda: infatti, il Wall Street Journal di ieri spiega agli americani che gli Stati Uniti stanno dando supporto logistico ai ribelli siriani solamente sotto forma di informazioni raccolte dalla CIA per mezzo di foto satellitari, tesi ampiamente smentite dal New York Times che rende nota la reale natura dell'aiuto offerto dagli USA ai ribelli siriani: quasi 160 aerei cargo di grosse dimensioni sono partiti alla volta dell'aeroporto di Eseboga vicino ad Ankara in Turchia e da lì fino alla Siria, per un totale sinora di circa 3.500 tonnellate di materiale bellico, stima per difetto. Altri voli, in genere degli C-17, enormi aerei cargo di fabbricazione americana, sono partiti a Udeid in Qatar, dove c'è una base militare qatar-americana, e sono atterrati finora per 14 volte in Siria. Altri aerei, degli C-130 dell'aviazione giordana sono giunti sino in Siria mentre un cargo al giorno parte da Zagabria, in Croazia. L'attendibilità delle notizie di cui si da visione è accertata da una ricca documentazione edita dallo stesso quotidiano. Come se non bastasse, l'intelligence americana sta compilando liste nere di personalità siriane in vista di un utilizzo di droni per assassinii mirati. Consideriamo ora un elenco delle nazioni coinvolte nel supporto a vario titolo delle parti in lotta in Siria:
Germania, Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Russia, Cina, Iran, Giordania, Qatar, Arabia Saudita, Croazia, Turchia, Israele, Pakistan.
E questi sono solo i paesi di cui ci giunge notizia essere impegnati. Il sospetto è che l'elenco si debba allungare, e di molto. La Siria, per concludere, è divenuto un pretesto per sfogare antichi attriti fra le nazioni ed è attualmente oggetto di un braccio di ferro tra l'asse russo-cino-iraniano ed il resto dell'Occidente, una vera e propria guerra mondiale senza l'invio di eserciti.