Lobotomizzazione catodica di massa

La crisi economica, l’aumento delle tasse, lo squallore della politica corrente, il disagio crescente delle vittime del sistema, spinge ad una maggiore esposizione e dipendenza dalla TV. In Italia si registra il record europeo di fruizione televisiva quotidiana: una media di 253 minuti/giorno (4 ore e 13 minuti). Politici e imbonitori usano questa ghiotta occasione per ingannare e distrarre gli utenti: pubblicità, propaganda ideologica, telegiornali ripetitivi e bugiardi, tribune giornalistiche parolaie, “fiction” come strumento di distrazione di massa e di consenso ideologico. Questo andazzo riguarda tutta la TV, in particolare commerciale e padronale, ma anche la RAI berlusconizzata, sempre meno servizio pubblico.

Il rimedio non è quello proposto da Grillo: ridurre la RAI ad un solo canale senza pubblicità, in modo da favorire Mediaset e Sky e marginalizzarla ancora di più. Il rimedio è quello di riportare il sistema TV, oggi monopolistico e commerciale, nell’impianto della Costituzione e delle sentenze costituzionali violate. Per la RAI è quello di rilanciarla, liberandola dal monopolio anti-costituzionale del governo e della casta partitica e giornalistica, nonché dalla ideologia mercantile nefasta.

Forniamo qui qualche dato ufficiale per spiegare di cosa stiamo parlando, visto che ne sappiamo pochissimo. www.snater.it

Le due serie della fiction RAI-TV “Don Matteo” e “Un medico in famiglia” costano, rispettivamente, 16 ml. e 10 ml€, con ingaggi molto elevati per i protagonisti (Terence Hill, Nino Frassica, Lino Banfi, Giulio Scarpati). Sono programmi, seguiti in un panorama TV molto povero, che servono a distogliere gli spettatori dalla conoscenza della realtà , dai problemi del mondo e dell’Italia, creando dipendenza asservita. 

Anche le risorse del mercato TV sono in calo: da 9 ml€ del 2010 a 8 ml€ del 2012. Cresce invece la quota di produzione straniera di fiction nella TV italiana: tra settembre 2011 e agosto 2012 nel “prime time” sono andate in onda su RAI e Mediaset 1.731 ore di fiction, delle quali 1.151 (66%) di produzioni straniere. La fiction italiana è per il 70% in mano a  20 aziende. Intanto il mercato pubblicitario TV ha chiuso il suo anno peggiore degli ultimi 20: -15,3%. Perciò il fatturato dei produttori di fiction è calato del 24%  nel periodo 2008-2011. In questo settore l’Italia è la più penalizzata  per volume d’affari: 270 ml€, contro 537 ml€ della Francia e 720 ml€ del Regno Unito. Ciò provoca un conseguente forte calo occupazionale, pari al 20% nell’ultimo anno.

Mediaset, pur avendo un minore ascolto medio giornaliero (32,6%) rispetto a RAI (40,6%), continua a dominare la scena pubblicitaria TV (60 %), con il 35% del mercato pubblicitario complessivo. Ciò dimostra che i suoi programmi sono peggiori e in calo d’ascolto, mentre la sua quota pubblicitaria non ne risente. Una prova che non è il “mercato” che pilota la pubblicità, ma l’ideologia politica degli investitori.

Anche La7 comincia ad avere qualche problema: nel periodo gennaio-febbraio 2013 ha perso il 26% di pubblicità (dal 5,1% al 4,4%). Forse è stata poco rispettosa degli interessi dei poteri dominanti. Nello stesso bimestre la pay-tv di Sky ha avuto un leggero rialzo, 10,4% rispetto al 10,17% del 2012.

Dunque la TV, in chiaro o a pagamento, anche se in calo per qualità  dei programmi e quantità d’ascolto, continua ad esercitare la sua egemonia deviante su milioni e milioni di cittadini ingenui, come ci hanno dimostrato le recenti elezioni politiche, truccate nei numeri, nei contenuti, nei fini e negli esiti.

Se questo è lo scenario TV in flessione - per qualità dell’offerta, ascolto, produzione ed occupazione - il mercato video su web è in forte crescita, soprattutto per effetto dei social network. Ha raggiunto più di un milione di euro nel 2013: 6,4 milioni di utenti, con 53,8 milioni di video fruiti. Si stima che possa arrivare a 2, 1 milioni di euro nel 2016. Un trend confortante, visto che ormai la gran parte delle conoscenze del reale si trova su web e sulle applicazioni digitali correlate (PC, notebook, tablet, smartphone, e-book reader).
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