Israele e NSA partners in crime

Secondo alcuni documenti top secret scoperti da Edward Snowden e pubblicati da Le Monde, non è stato il governo degli USA a intercettare le comunicazioni dell’ex presidente francese Nicolas Sarkozy, ma bensì gli israeliani. Tracce evidenti, infatti, portano direttamente a pensare che fosse proprio Israele dietro i tentativi di intercettare la Francia, ma sono gli Stati Uniti che ne rivendicano "imbarazzati" la paternità.

Un rapporto di quattro pagine riguardante una visita a Washington da parte di due alti funzionari dell’intelligence francese, nega che la NSA o qualsiasi altra intelligence degli USA sia coinvolta nel tentativo di intrusione - che aveva cercato di installare un dispositivo di monitoraggio all’interno del sistema di comunicazioni del palazzo dell’Eliseo - ma, anche se indirettamente,  punta il dito verso gli israeliani.

La visita di Barnard Barbier, responsabile della divisione tecnica della DGSE, e Patrick Pailloux, alto funzionario della Sicurezza Nazionale dei sistemi informatici francese, aveva lo scopo di dare una spiegazione all’irruzione per la quale i media francesi incolpano gli americani. Le indagini della NSA sugli inglesi, i canadesi, gli australiani, i neozelandesi e gli altri alleati degli USA hanno dato esito negativo. Tuttavia, non è stato chiesto nulla ad un alleato molto più "vicino".

Come hanno scritto Glenn Greenwald e Jacques Follorou citando il documento della NSA pubblicato nel loro articolo su Le Monde, "la NSA, volutamente, non ha chiesto né al Mossad né all’ ISNU (l’amministrazione tecnica dei servizi israeliani), se fossero coinvolti in questa operazione di spionaggio contro il capo del governo francese”.

Un’omissione a dir poco interessante, giustificata dall’autore della nota con alcune strane fraseologie: “La Francia non è un bersaglio approvato per una discussione congiunta tra Israele e gli Stati Uniti”. Che significato può avere una frase del genere? Questo è un lavoro per Marcy Wheeler, ma azzarderei un’ipotesi: gli USA sono ben consapevoli che gli israeliani spiano la Francia e non vogliono averci a che fare, e (oppure) l’autore della nota, sta semplicemente citando qualche protocollo oscuro per giustificare l’andare oltre.

In ogni caso, il collegamento di Israele con la rete di spionaggio globale della NSA - compresa la sua onnipresente sorveglianza all’interno degli USA - è stata consolidata dalla precedente segnalazione di Greenwald. Sul caso 11 Settembre, descrive come la NSA condivide anche intercettazioni dalla propria rete di dati con l’intelligence israeliana, raccogliendo email trafugate e altri dati, dando a tutti gli effetti al Mossad una “porta secondaria” all’interno di un tesoro di informazioni sulla vita e sulle attività private dei cittadini americani.

Il Guardian ha pubblicato un memorandum di cinque pagine di accordi tra Tel Aviv e Washington fornito a Greenwald da Snowden, e ricco di riferimenti ai vincoli giuridici e costituzionali riguardanti "la protezione delle persone degli Stati Uniti." Continua a dichiarare senza mezzi termini che gli israeliani hanno il permesso di accedere al Raw Sigint: dati non filtrati, metadati di internet, contenuto delle e-mail e delle comunicazioni telefoniche. Mentre gli israeliani presumibilmente giurano solennemente di non bersagliare “deliberatamente” alcun cittadino americano, l’accordo esclude esplicitamente un obbligo giuridico da parte degli israeliani di seguire le regole.

“Questo accordo non è inteso a creare qualsiasi tipo di diritto legalmente vincolante e non deve essere interpretato né come un accordo internazionale né come uno strumento giuridicamente vincolante secondo il diritto internazionale”

Gli israeliani sono autorizzati a conservare i dati non filtrati della NSA riguardanti cittadini americani fino ad un massimo di un anno a condizione che ne informino la NSA, ma quando si tratta di comunicazioni del governo degli USA, queste ultime devono essere distrutte non appena rilevate. Questo divieto copre presumibilmente le comunicazioni interne delle forze dell’ordine, ma come hanno segnalato sia James Bamford che Carl Cameron di Fox News, l'accesso israeliano in questo settore vitale è già un fatto compiuto.

Secondo Bamford, che cita un ex dipendente di Verizon/ Comverse Technology - una società con legami diretti con il governo israeliano e fondata da ex ufficiali dei servizi segreti israeliani - "utilizza le linee di comunicazione di Verizon”. Oltre a AT&T, le stanze di intercettazione sono alimentate da software e hardware di Narus, ora di proprietà di Boeing. Una scoperta fatta dall’informatore di AT&T, Mark Klein, nel 2004.

Come dice Bamford: “Ciò che è particolarmente preoccupante è che entrambe le società hanno avuto ampi legami con Israele, come pure collegamenti con i servizi segreti di quel paese; un Paese con una storia di spionaggio contro gli Stati Uniti lunga e aggressiva."

In breve, la maggior parte della tecnologia di sorveglianza usata dalla NSA proviene da Israele ed è stata sviluppata da compagnie israeliane con legami - sussidi diretti, membri di consiglio, ecc. - con il governo israeliano, e in particolar modo con i loro servizi di intelligence. Ciò renderebbe facile per gli israeliani costruire una “porta secondaria” che darebbe loro accesso al sistema. Come primo esempio, il software di intercettazione, che a quanto pare permette alle forze dell’ordine degli Stati Uniti di origliare, ha proprio una “porta secondaria” come riportato da Carl Cameron di Fox, e fa in modo che la Mafia Israeliana, e non solo, possa proteggersi dalla sorveglianza. Il problema diventò così serio che nell’ottobre del 2001, un gruppo di funzionari delle forze dell’ordine, inviò una lettera all’allora procuratore generale John Ashcroft  avvisandolo che il sistema era stato compromesso. Cameron sostiene che i sospettati degli attacchi dell’ 11 Settembre al WTC possano aver approfittato della vulnerabilità del sistema: “in un certo numero di casi” dice Cameron, “i sospettati che si cercava di intercettare e sorvegliare cambiavano improvvisamente il loro processo di telecomunicazione."

L’accordo tra la NSA e gli israeliani venne semplicemente ufficializzato, ma in realtà era già operativo: gli israeliani possono attingere direttamente alla rete di dati della NSA, e così hanno fatto per molti anni. Sembra poi, che Snowden non fosse l’unico ex impiegato a rivelare i segreti della NSA. Secondo Bill Binney, ex ufficiale della NSA citato da Bamford, un funzionario di “medio livello” della NSA, e gran sostenitore di Israele, passò agli Israeliani il software evoluto per l’analisi e il data mining della NSA. La grande differenza, tuttavia, è che Snowden non ha dato queste informazioni ad una nazione straniera. Le ha date a tutti noi..

Nel tentato caso di penetrare il sistema di comunicazione del presidente francese, la cosa interessante è che Washington non ha mai dichiarato pubblicamente nulla a proposito dei suoi forti sospetti che gli israeliani fossero a conoscenza di tutto, anche se dopo l’incidente il sentimento anti-americano aveva raggiunto a Parigi un grado febbrile. Mentre gli Stati Uniti vengono infamati e scorticati, lo zio Sam si assume la respondabilità diversamente attribuibile agli alleati di Tel Aviv.

E non solo; la relazione squilibrata tra gli USA e Israele quando si tratta di condividere l’intelligence è apertamente riconosciuta dagli ufficiali della NSA in documenti segreti portati alla luce da Snowden e riportati dal team Greenwald-Poitras del Guardian. Da una parte gli israeliani sono straordinariamente bravi come nostri partner nel Sigint (spionaggio di segnali elettromagnetici), ma dall’altra ci spiano per capire quali sono le nostre posizioni nei problemi del Medio Oriente. I "National Intelligence Estimates" (NIE) li posizionano al terzo posto tra i servizi d’intelligence più aggressivi verso gli USA.

Sia Bamford che Cameron hanno riportato che è un “suicidio per la carriera” per chiunque all’interno del governo degli USA, contesti la “relazione speciale” unilaterale tra Israele e gli Stati Uniti quando si tratta di raccolta di informazioni. Il motivo? Il potere politico della lobby israeliana e la sua abilità nel puntare e distruggere l’opposizione all’interno della burocrazia della sicurezza nazionale. Non c’è dubbio che il loro accesso illimitato alle nostre comunicazioni abbia a che fare con questo. Mi chiedo: di quanti oscuri segreti dei nostri politici sono in possesso? Chiunque pensi che gli israeliani esiterebbero nell’usare questa informazione consegnata a loro con tanto ardore dalle supine autorità degli Stati Uniti, è completamente cieco.

Questo è uno degli aspetti dello scandalo della NSA di cui abbiamo sentito parlare poco, eppure la "Israel Connection" potrebbe essere la chiave di un quadro generale più ampio. Quindi facciamo un passo indietro, e guardiamo il ritratto del Panopticon così come dipinto dai documenti di Snowden, come riportato da Greenwald e altri.

Gli Stati Uniti hanno costruito questo sistema globale di intercettazione che controlla, registra e memorizza virtualmente tutte le comunicazioni elettroniche e telefoniche. E’ un apparato elaborato che richiede enormi risorse, sistemi complessi, e che suddivide, archivia e organizza questa vasta banca dati in modo da renderla facilmente accessibile ad un analista seduto nel suo cubicolo presso una struttura della NSA. Seduto al centro di questa vasta ragnatela, con accesso a tutte le sue molteplici trame ed estensioni, non è solo il governo degli Stati Uniti ma, in piedi alle loro spalle, ci sono anche gli israeliani che ci stanno spiando.

La lobby israeliana dal suo pulpito, cavilla continuamente su come ogni tentativo di negoziare con l’Iran - o un qualsiasi loro presunto nemico - sia una “riconciliazione”. Eppure i reali pacificatori (in Italia “pacifinti"), sono quelli del nostro governo che permettono ad Israele di calpestarci nel pubblico e nel privato, fino a quando non gli consegneremo le chiavi del nostro intero sistema di comunicazione. Mi chiedo se qualcuno dei politici, che ora protestano per la sorveglianza della NSA, abbia il coraggio di opporsi alla lobby israeliana e di portare la questione in un forum pubblico. Dov’è l’indagine del Congresso per la grave violazione della sicurezza nazionale degli Stati Uniti? Dove sono gli indagati e i processi?

Non faccio affidamento su queste richieste, e nemmeno voi dovreste, ma mettiamole almeno in vista come testimonianza pubblica.

Justin Raimondo
Fonte 

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