Qualcosa però è cambiato: ai tempi della guerra in Iraq vidi sul posto la persecuzione cui erano sottoposti i cristiani nella Baghdad “liberata” e per anni mi son chiesto come mai quella realtà non trovasse spazio nel dibattito interno al mondo cattolico. La risposta era che non bisognava irritare i musulmani per non peggiorare le cose, ma è stata una tattica perdente e oggi ci sono importanti oasi di dibattito in cui la denuncia è ormai aperta.
Penso al settimanale Tempi che sta scrivendo pagine importanti sulla Siria, ma anche all'ottimo sito Asia News dei coraggiosi missionari del Pime, a Ora Pro Siria ed altri che raccontano realtà sconvolgenti e ignote al grande pubblico.
Sono testimonianze di gente che vive sul posto e racconta cose molto diverse dalle penne famose dei giornali che lì non sono ma che pretendono di raccontarci com'è andata.
Ne è un esempio la famigerata strage di Damasco che tutti attribuiscono ad Assad, mentre i missionari sono molto cauti visto che Padre Cervellera parla di “troppe contraddizioni nella versione USA sull'uso delle armi chimiche” e scrive:“Tanto più che vi sono esperti militari e medici che mettono in dubbio anche la veridicità delle immagini mostrate dai ribelli: poiché il gas sarin rimane attaccato e attivo sulla pelle dei colpiti, come mai i volontari e i medici che si vede curare le vittime sono ritratti tranquillamente senza alcuna maschera anti-gas?”.
Poi affonda il colpo e annota: “Ci pare fuori luogo dire che un attacco militare facilita la conferenza di pace. L'attacco aiuterebbe i ribelli, ma il rafforzamento dell'opposizione, non significa un aiuto alla sola parte laica, ma anche a quella jihadista, legata ad Al-Qaeda”.
E qui si entra nel vivo: chi sono davvero i “ribelli” di cui si è innamorata la nostra stampa? Padre Antranig, capo spirituale dei cristiani armeni lo sa per certo e, come raccontato da Tempilo ha detto recentemente al meeting di Rimini: “Se i terroristi stranieri che combattono in Siria se ne andassero, in 48 ore tornerebbe la pace. Ne ho incontrati diversi di loro, gli ho chiesto che cosa volevano da noi e mi hanno risposto: “Ci è stato affidato il compito di riportare queste terre all’islam. Dobbiamo uccidere e distruggere per estirpare da questo paese gli infedeli”. Talmente fanatici- dice- da aver processato e distrutto anche le statue dei Santi e della Madonna:”Siccome non era interamente ricoperta dal velo l’hanno giudicata colpevole e fucilata. Poi l’hanno decapitata”.
Fantasie armene? Allora ascoltiamo l'Arcivescovo cattolico, Monsignor Nassar: “Morire o partire. I cristiani devono scegliere tra due calici amari e proviamo angoscia per l’indifferenza e il silenzio mondiale davanti al lungo e triste calvario dei cristiani siriani abbandonati e destinati alla morte come un agnello muto davanti al macellaio”.
Anche l'Arcivescovo melchita di Aleppo parla di un vera e propria “caccia al cristiano”: "Non appena giunti in città i guerriglieri islamici, quasi tutti provenienti dall'estero (moltissimi da Francia, Olanda, Belgio e Germania), hanno occupato chiese e moschee e da lìi loro imam lanciano messaggi di odio, invitando la popolazione a uccidere chiunque non sia islamico”.
La curia di Aleppo scrive: “Questi combattenti si nutrono di morte e violenza. Quando uccidono i cristiani lo fanno come se stessero facendo un sacrificio".
Confermano tutto anche gli ortodossi in un'intervista pubblicata dal Patriarcato di Mosca sul sito pravoslavie.ru: “torturano e uccidono preti ortodossi, gli spezzano le ossa e asportano gli organi, come hanno fatto con il padre Thaddei Al-Haddad. Rapiscono preti, donne cristiane, giovani e nessuno sa dove questa gente si trovi e cosa stia loro accadendo.
Tutte testimonianze terribili, tutte fatte dai vertici della cristianità locale e straniera, ma tutte censurate dalla stampa come spiegaMadre Agnès-Mariam della Croce del Monastero di San Giacomo che denuncia il silenzio totale sui 500 cristiani e alawiti massacrati dai ribelli vicino a Latakia ai primi di agosto: “Sono stati terribilmente massacrati, decapitati, c'è anche un video che mostra come una ragazza è stata smembrata in vita con una sega circolare, ma nessuno ha detto nulla”.
E d'altra parte che ci fosse l'ordine di nascondere tutto si era già capito mesi fa, quando gli islamisti hanno osato rapire due Vescovi e i giornali hanno dapprima “dimenticato” la notizia e poi raccontato che erano stati liberati. Una menzogna purtroppo, come spiegato a Tempi il Vescovo Giuseppe Nazzaro vicario apostolico di Aleppo fino a metà di quest’anno.
“ Per i vescovi rapiti io non ho più speranze -dice- temo che siano morti. Il cristianesimo è stato decimato in Siria. Non sono più i siriani a combattere contro il governo, sono masnade di guerriglieri stranieri di tutte le estrazioni di fanatismo. Questa gente non vuole liberare la Siria, vuole costruire la grande patria araba. L’Occidente ha deciso di appoggiarli, ma non sa cosa significhi la religione in Medio oriente.
Ancor più duro il patriarca di Antiochia, Gregorio III che dice: “L'attacco pianificato dagli USA è un atto criminale. La scomparsa dei cristiani è un pericolo non solo per la Siria, ma per tutta l'Europa. Se noi andiamo via, non potrà esservi in Siria alcuna democrazia”.
Pericolo per l'Europa? Eh sì perchè la Siria non è una realtà lontana, solo una frontiera la separa dalla UE e giustamente Monsignor Issam, Arcivescovo libanese invitato da Magdi Allam a Milano ha ammonito:“In Siria dopo quella che voi in occidente chiamate ‘primavera araba’ ci sono estremisti uniti solo e soltanto dalla volontà di uccidere i cristiani, ma attenti:se non risolveremo la situazione dei cristiani in Oriente arriverà anche il turno dell’Europa. L’estremismo islamico sulla sponda meridionale del Mediterraneo colpirà inevitabilmente anche la sponda settentrionale.” A Bruxelles lo sanno benissimo, ma fingono di non saperlo.