Transumanesimo: Progetto 2045

C'è da credere che l'imprenditore russo Dmitry Itskov abbia già dei piani che permetteranno agli esseri umani di abitare i robot nei prossimi dieci anni. Itskov, il 32enne imprenditore russo dei media, sostiene di aver già assunto 100 scienziati per fare si che il suo sogno di immortalità umana si avveri.

"Questo progetto ci sta guidando lungo la strada per l'immortalità."

Itskov, co-fondatore di New Media Stars, una società russa che gestisce diversi organi di informazione on-line, ha detto a Wired: "Una persona con un avatar perfetto sarà in grado di continuare a far parte della società. La gente non vuole morire."

Il progetto avatar di Itskov è simile al progetto avatar del Pentagono che prevede di trapiantare chirurgicamente la coscienza umana in un corpo di robot. Egli spera di caricare le menti umane senza ricorrere alla chirurgia, lasciando i corpi umani vuoti, mentre i proprietari umani vivono all'interno dei robot.

Itskov e il progetto degli Stati Uniti prendono il nome dal film di James Cameron, "Avatar", dove i soldati umani possono trasferire la propria coscienza negli ibridi alieni, alterati geneticamente per poter vivere fra specie straniere in un mondo lontano. Itskov ha realmente lanciato il suo progetto "Avatar" un anno fa, ma ne ha solo rivelato ulteriori dettagli a un gruppo di futuristi in una conferenza di tre giorni chiamata Future globale 2045 a Mosca. Ora ha intenzione di fare partecipare più scienziati all'iniziativa.

"Voglio collaborare con gli scienziati di tutto il mondo,"
ha detto. "Questa è una nuova strategia per il futuro; per l'umanità."

Il progetto si svilupperà in diverse fasi. La prima fase comprenderà la creazione del nuovo corpo affinchè l'essere umano ci possa abitare.

"Avrà un'interfaccia perfetta del cervello-macchina per permettere il controllo e un sistema di sopravvivenza per il cervello umano in modo che possa sopravvivere al di fuori del corpo."

Dopo la prima fase, Itskov prevede il trapianto della mente umana nel corpo del robot, e nei prossimi 30 anni, la creazione di ologrammi organici che possano ospitare la coscienza umana. Ha anche detto: "Gli ologrammi danno un sacco di vantaggi. Possono camminare attraverso i muri e muoversi alla velocità della luce".

Ricordate in Guerre Stellari l'ologramma di Obi-Wan? E' stato piuttosto sorprendente. Itskov riconosce che il progetto è audace e certamente non facile, ma respinge l'idea che potrebbe anche non essere scientificamente fattibile.

"Capisco che queste sono alcune sfide molto grandi per gli scienziati," ammette, "ma io credo in qualcosa che si chiama "Il sogno americano". Se mettete tutta la vostra energia e il tempo in qualcosa, potete farla diventare una realtà."

È il sogno fantascientifico di un imprenditore russo che ha già messo nero su bianco la tabella di marcia che ci porterà da qui al 2045, a perdere la nostra goffa carrozzeria di carne e ossa per diventare intelligenze artificiali immortali capaci di manifestarci attraverso ologrammi. Se vi state chiedendo se il tizio in questione è un folle col portafogli troppo gonfio, la risposta è no. Questo giovane ha le idee chiare.

La New Media Stars è una "media company" russa che negli ultimi quindici anni gli ha permesso di scalare la vetta del successo diventando un personaggio milionario abbastanza influente, tanto da potersi permettere di investire montagne di denaro in progetti che molti considerano inutili, dispendiosi e irrealizzabili. Prima di valutare quante effettive possibilità Itskov abbia di raggiungere il suo obiettivo, diamo un’occhiata alla sua ipotetica tabella di marcia.

Anno 2020
Verrano perfezionati questi cyborg privi di sistema nervoso centrale, avranno il nostro aspetto e potremo comandarli a distanza, un po’ come i surrogati de "Il Mondo dei Replicanti"; sarà come prendere il comando dei sensi di un corpo che si sposta a chilometri di distanza dal nostro. Itskov si dice sicuro che i primi sviluppi di questa tecnologia saranno già visibili entro i prossimi tre anni.

Anno 2025
Il corpo biologico ha fatto il suo tempo, è un ingombrante appendice che ci àncora a una vita di sofferenza, deperimento e calvizie incipiente, tanto vale isolare il solo cervello, estrarlo dal resto del corpo insieme a un po’ di spina dorsale e trapiantare il tutto in un supporto vitale artificiale (sempre un cyborg dalle fattezze umane, possibilmente), nel quale potrebbe continuare a funzionare ben oltre la normale aspettativa di vita dell’individuo biologico.

Anno 2030-35
È il passo più cruciale dei quattro, quello che segna l’abbandono di ogni residuo biologico: creare una replica digitale del proprio cervello e caricarlo su un computer, che è un po’ quello che aveva immaginato Richard K. Morgan nel suo romanzo "Bay City". Prima che possiate unire quelle sopracciglia nella vostra migliore espressione sarcastica, sentite qua: un ricercatore di nome Theodore Berger è riuscito a sostituire l’ippocampo di un topo con un chip e a dimostratre che i topi a cui questo chip viene impiantato sono in grado di avere una memoria senza bisogno del tradizionale supporto biologico preposto a quella funzione.

Anno 2045
Il traguardo finale di Itskov consiste nell’eliminazione di qualsiasi tipo di fisicità, consentendo all’individuo di sopravvivere unicamente nella dimensione digitale senza bisogno di un corpo artificiale, e di manifestarsi all’occorrenza, attraverso un’ologramma che raffiguri le ormai scomparse fattezze biologiche. L’utopia delineata da Itskov promette di porre fine a una serie di problemi che l’uomo si trova ad affrontare sin dall’alba dei tempi: l’inedia, l’invecchiamento, ogni tipo di disabilità, le malattie cardiovascolari, la stanchezza fisica... la morte. Per realizzare questo “sogno” Itskov ha creato la 2045 Initative, una sorta di movimento che ha come obiettivo concentrare il maggior numero di cervelli nella realizzazione dell’immortalità digitale.

“A un certo punto della mia vita, ho realizzato che per quanti soldi potessi avere, per quanto bene potessi vivere, non sarei mai stato felice limitandomi a lavorare e a spendere denaro.” (...) “Sarei invecchiato e alla fine sarei morto. Ho pensato che ci dovesse essere un obiettivo più profondo.”

Così, all’età di 25 anni, il miliardario russo ha avuto una precoce crisi di mezza età che gli ha fatto comprendere che una vita da semplice umano non gli bastava, bisognava puntare all’immortalità. Del progetto 2045 si parla già da qualche tempo, e in passato ha già incontrato il favore di alcune personalità di spicco (tra cui il Dalai Lama); ora però sembra essere riuscito a conquistare nientemeno che la creme della comunità scientifica.

Alla Global Future 2045 World Conference (Giugno 2013), erano presenti ricercatori di Harvard, di Berkley e del MIT (Massachusetts Institute of Technology), che hanno colto l’occasione per intervenire e dare il proprio contributo intellettuale al progetto. C’era anche Ray Kurzweil, uno dei più acclamati geni della storia dell’informatica e delle intelligenze artificiali, che da qualche mese lavora nei laboratori più segreti dei campus Google.

"Tra 10 o 20 anni registreremo enormi passi avanti nel campo della scienza medica” ha dichiarato Kurzweil, noto da tempo per le sue azzeccate preconizzazioni. "Esistono già terapie straordinarie che consentono di curare disturbi cardiaci, cancro e qualsiasi disturbo neurologico, basate sul concetto di riprogrammazione dei software. Sarà possibile intervenire sul corpo umano come si farebbe con un software.”

Se Itskov, Kurzweil e l’assortimento di cervelli che hanno partecipato alla conferenza del Progetto 2045 hanno anche solo in parte ragione, da qui a vent’anni il mondo sarà un posto completamente diverso rispetto a quello in cui viviamo da secoli. Surrogati controllati a distanza, cyborg con cervelli umani, cervelli digitali ed eterni, malattie curate attraverso la riprogrammazione di cellule e la stampa 3D organica.

Certo, la visione di Itskov è interessante, e se esiste qualche chance che sia realizzabile, siamo sicuri che Itskov rimarrà su questo pianeta più a lungo di chiunque altro finora. Rimane da capire quante persone, nel 2045, si potranno permettere la tecnologia necessaria a digitalizzare la propria esistenza, e se non si creerà una pericolosa frattura tra individui immortali digitali e mortali biologici.
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