l Presidente Mahmoud Ahmadinejad ha notevoli risorse, si sa, ma viene trattato come un criminale. Ogni richiesta di collaborazione viene declinata ed è giunto perfino a proporre ai paesi della zona euro di pagare con la loro moneta e non più con il dollaro, ma non se ne fa nulla. Gli si voltano le spalle. Lo si minaccia. Anche il Papa rifiuta di riceverlo. In numerosi paesi del mondo le sue ambasciate ed il suo personale diplomatico, sono privati di qualsiasi contatto con le autorità locali e rappresentanze straniere; la loro condizione è diventata quella degli "appestati". Ci si può chiedere da dove venga un comportamento così radicale nei confronti degli iraniani, e perché la comunità internazionale agisca, così apertamente, in modo contrario al proprio interesse economico.
Si invocano generalmente tre motivi per questa politica di boicottaggio e di aperta ostilità:
- il Presidente iraniano cercherebbe di dotare il proprio paese dell’arma nucleare;
- vorrebbe sterminare gli ebrei che sono in Israele;
- considera un mito lo sterminio degli ebrei in Europa durante la seconda guerra mondiale.
I due primi motivi hanno ben poco senso; soltanto il terzo è serio e, in virtù di ciò, anche istruttivo.
In risposta al primo quesito, è opportuno osservare che, se gli accusatori di Ahmadinejad possedessero la benché minima prova circa il tentativo iraniano di dotarsi dell’arma nucleare, essi l’avrebbero da tempo sbattuta in faccia al mondo intero. Fino ad ora non hanno fornito alcuna prova reale e, ad ogni modo, se l’Iran disponesse di una bomba atomica, non potrebbe lanciarla in una zona geografica che è popolata tanto da Palestinesi, quanto da ebrei. La sua bomba ucciderebbe e mutilerebbe indistintamente entrambe queste popolazioni.
Il secondo motivo si basa sull’assurda manipolazione di un testo. Ad Ahmadinejad è stata e viene tuttora ascritta una dichiarazione incendiaria, secondo la quale lo stato ebraico sarebbe da “cancellare dalla carta geografica”, il che significherebbe lo sterminio degli ebrei in Israele. In realtà egli ha semplicemente ripetuto nel 2005 una dichiarazione fatta nel 1979 dall’Ayatollah Khomeini, secondo il quale “il regime [in persiano: “rezhime”] che occupa Al Qods [Gerusalemme] verrà un giorno “cancellato dagli annali del tempo”.
Ahmadinejad si è preso la briga di chiarire tale affermazione precisando che, se tutti gli abitanti della terra palestinese, musulmani, ebrei o cristiani, avessero un giorno il diritto di votare liberamente e di optare per un regime di loro scelta, il regime sionista scomparirebbe dalla Palestina come, ad esempio, il regime comunista è scomparso dalla Russia. I media del mondo occidentale non hanno, nel loro insieme, riportato né l’esatta formulazione, né la spiegazione.
Gli occidentali non osano minimamente difendere una politica di riavvicinamento all'Iran e chiedere l’abolizione del boicottaggio quale unica occasione di veder diminuire la propria spesa energetica. Probabilmente i dirigenti di alcuni di questi popoli auspicano un’intesa con l’Iran, ma indietreggiano di fronte alla prospettiva di essere considerati "complici" del nuovo Satana, del negatore, del negazionista che uccide un’altra volta gli ebrei.
In una conferenza internazionale aperta a tutti, e per nulla riservata, che aveva come tema l'Olocausto (Teheran, 11-12 Dicembre 2006), il Presidente Ahmadinejad si spinse a dire che l'Olocausto era e resta un mito. In quanto agli israeliani, essi conoscono l’impotenza degli autori ebrei nel replicare sul piano scientifico agli argomenti revisionisti. Hanno anche colto al volo l’occasione per preparare alla Knesset una legge che permetta allo stato d’Israele di esigere la consegna ai propri tribunali di ogni revisionista, ovunque egli si trovi nel mondo.
I sionisti ed i loro amici, si allarmano sempre di più per la diffusione mondiale del revisionismo tramite Internet. Moltiplicano i tentativi cinici o mascherati per rinforzarne la censura ma, almeno fino ad oggi, non hanno ancora raggiunto i loro scopi. Ovunque nel mondo la repressione del revisionismo si aggrava, ma in pura perdita. La propaganda olocaustica e lo "Shoah business" si fanno sempre più assordanti, ma ormai tendono ad irritare, oppure tediano.
Il revisionismo è stato per lungo tempo un’avventura intellettuale vissuta da un certo numero di universitari, di ricercatori e di personaggi diversi, pronti a sacrificare la loro vita o la loro tranquillità per la difesa della verità storica e della giustizia. Oggi il revisionismo diventa - sul piano internazionale - un evidente pomo della discordia; viene rivendicato dagli uni e violentemente denunciato dagli altri. Viene chiamato a giocare un ruolo non trascurabile nella crisi senza fine nel Medio Oriente, nonché nella crisi energetica attuale. Per i potenti costituisce una minaccia; per altri una possibile via d’uscita. Ad ogni buon conto è decisamente finito il tempo in cui si poteva trattare il revisionismo con disprezzo o semplicemente ignorarlo.
Durante un viaggio a Roma, il Presidente Ahmadinejad ha tenuto una breve conferenza stampa; tra i giornalisti anche Tiziana Ferrario. La registrazione non è stata diffusa e non è possibile ascoltarla sul sito della RAI. Quanto alla conferenza (le domande vengono poste in italiano, e le risposte sono date in persiano con una traduzione simultanea in italiano), è possibile scaricarla quì. Di seguito si riporta solo un breve estratto di questa conferenza stampa. I frammenti, che per un revisionista sembrano più meritevoli d’attenzione, sono evidenziati in grassetto. Si parla anche de “la scatola nera dell’Olocausto”, una scatola che è vietato aprire il cui contenuto racchiude un'autentica menzogna storica con i suoi deliri, le sue invenzioni macabre, il suo pattume e soprattutto il suo odio, in puro stile Ilya Ehrenbourg, Elie Wiesel o Simon Wiesenthal, ispirato dai troppo reali orrori di una guerra mondiale piena di strepiti e furore.
[…]
Ecco alcune domande rivolte al presidente:
Qual'è la filosofia che ha portato all’istituzione di questo regime [sionista]? Forse le vicende della seconda guerra mondiale potrebbero rappresentare la filosofia e il motivo della creazione di questo regime così crudele e così rude? 60 milioni di persone hanno perso la vita durante la seconda guerra mondiale in Europa [sic]. Per quale motivo soltanto una parte di questi morti vengono ricordati? Per quale motivo gli Europei devono continuare per 60 anni a pagare dei danni a un piccolo, esiguo gruppo di persone? Danni politici e danni economici. La generazione che vive oggi in Italia o in Germania che ruolo ha avuto nelle vicende della seconda guerra mondiale?
Cos’è che rende il regime sionista immune dalle questioni come il diritto dell’uomo, la libertà e i diritti civili? Quello che compie questo regime è un motivo di umiliazione per l’intera umanità. Per quale motivo alcuni governi in Europa devono dare sostegno economico "assoluto" al regime sionista? In base a quale missione affidatagli? Queste, sono delle domande serie! Forse è arrivato il tempo che in Europa i pensatori, gli uomini di cultura, gli uomini di pensiero, cerchino di dare una risposta in tal senso. Forse già sapete che in Germania, in un parco di Berlino, hanno costruito un monumento all'olocausto; ci portano ragazzi innocenti (...), innocenti tedeschi a visitare questo monumento, dicendo loro "questo il crimine commesso dai vostri padri, e voi dovete sentirvi mortificati e pagare il prezzo del crimine che hanno commesso. Ma qual' è il paese che si comporta così con i propri figli? Ma i governi non dovrebbero forse parlare alle nuove generazioni degli onori e delle cose belle che hanno fatto o conquistato?"
Poniamo l’ipotesi che l'olocausto ci sia stato: parliamo [là] di una parte dei 60 milioni di persone morte durante la seconda guerra mondiale. E dove sono gli altri morti? Perchè nessuno parla di loro? Nessuno parla di pagare un prezzo per loro (...) Per quale motivo tutte le verità devono essere sacrificate sull’altare del regime sionista?
Noi abbiamo molto a cuore la questione Palestinese. Noi parliamo apertamente e concretamente. Noi proponiamo una soluzione "umana": svolgere un referendum tra tutti i Palestinesi per decidere il proprio destino. Per quale motivo si è contrari a questa proposta? Questa è una soluzione democratica, e non capiamo perché non venga accettata.