La domanda è: una volta attraversato il ponte tali persone restano fuori da Matrix, oppure tornano indietro per riappropriarsi dello status di cittadini dalle percezioni attenuate?
Tornare indietro può essere conveniente perché la persona a) manterrebbe la sua posizione di 'persona normale', mentre b) continuerebbe a vedere l'enorme inganno.
Tuttavia nel lungo periodo conciliare le due cose diventa impossibile, ed ecco che la scelta di tornare indietro finisce per innescare una sorta di controllo mentale auto-indotto. In altre parole la persona risvegliata assume la decisione di riaddormentarsi; si rieduca ad accettare nuovamente tutte le bugie alle quali aveva smesso di credere.
Si 'ricongiunge alla chiesa' che aveva sconfessato. E lo fa con gran fervore.
Non molto tempo fa ho avuto una conversazione con un professore universitario che mi ha descritto nel dettaglio il suo viaggio fuori e dentro la Matrix:
"Dopo circa dieci anni trascorsi ad insegnare mi resi conto che stavo impartendo ai miei studenti tutta una serie di concetti terribilmente falsi. Così ho cominciato a esporre le falsità nelle mie classi. "Tutto ciò ha condotto in breve tempo ad uno scontro con i funzionari della mia scuola. Ho realizzato che non mi avrebbero consentito di proseguire con quelle modalità, quindi mi sono ritrovato a dover prendere una decisione. "Infine ho tenuto il posto. Sono tornato a raccontarmi che tutte quelle menzogne fossero vere. Il processo è stato ... si potrebbe definire come una sorta di lavaggio del cervello auto-somministrato. "Non sono certo fiero di ciò che ho fatto. Ma questo è ciò che ho fatto ... "
Il professore ha inoltre ammesso di conoscere un certo numero di altri cattedratici che hanno percorso la sua stessa strada. Anch'essi non sono orgogliosi della cosa, ma l'hanno fatto.
Oggi nella nostra società, nella nostra cultura, l'altalena fa avanti e indietro. Le persone intravedono la verità e poi si affrettano a negare le sue implicazioni. In taluni casi esse stesse lavorano per i poteri che sono parte del problema, per agenzie governative, in campo militare o di pubblica sicurezza. Insomma si trovano in una situazione ambigua, di stallo.
E' proprio il fatto che in così tanti oggi riescano a vedere la menzogna che motiva il nascente stato di controllo totale; motiva la crescente importanza politica guadagnata dagli psichiatri, e la propaganda inaudita sulla dipendenza dal governo.
L'intenzione è creare cittadini obbedienti, non certo persone libere correndo il 'rischio' che vedano la verità. La televisione naturalmente gioca un ruolo centrale in questo sforzo, grazie a ciò che qualcuno ha la faccia tosta di definire 'informazione', e alla infinita proliferazione delle serie poliziesche e dello sport, tutta roba che soddisfa il desiderio di risultati ben definiti:
Il bene trionfa sul male. I buoni arrestano i cattivi (v. correlati) Una squadra vince, l'altra perde. E' chiaro. Semplice. Con poche eccezioni, in genere le cose si risolvono nel modo preventivato. Se l'eroe immaginario sta lottando contro l'establishment, alla fine si scopre che in effetti il marciume non proveniva dal sistema intero ma da un isolato individuo 'canaglia' appartenente al sistema. Così il pubblico televisivo può dormire sonni tranquilli. E' tutto a posto. Adesso fai la nanna. Le autorità vegliano su di te come angioletti.
Le persone che si trovano in una situazione di stallo, di solito tendono a considerare la ritirata come l'opzione migliore. Giunti fuori da Matrix cercano qualche appiglio che permetta loro di vivere in quel nuovo status di risvegliati, ma non trovandolo si fanno prendere dal panico e optano per la ritirata e la vecchia sicurezza.
Tuttavia, il disagio e la crisi morale non si dissolvono. Restano.
Siamo stati indotti a credere che se qualcosa non va, debba automaticamente esistere una soluzione prevista, prescritta; in caso contrario, vuol dire che quel qualcosa non sia dopotutto così sbagliato. Questa è una grande bugia, ed è una parte importante del controllo mentale. Accade perché gli organismi ufficiali non fanno altro che parlare di problemi noti e soluzioni prescritte. Essi inspirano ed espirano soluzioni ogni giorno.
Accrescere il divario tra ricchi e poveri è un'altra nota strategia ben consolidata per costringere la gente a restare connessa al sistema. Tutti quelli che sopravvivono sul confine tra benessere e povertà, pur di non perdere quel poco che hanno, si guardano dall'uscire allo scoperto e sostenere con convinzione chi denuncia la cospirazione.
Una volta - parlo di 30 anni fa - il modo migliore di passarsi informazioni alternative era registrare su nastro, moltiplicare e distribuire. Fortunatamente quel tempo è passato. Ora migliaia e migliaia di ricercatori ogni giorno sono letti, visti e ascoltati online.
E' vero, ci sono alcuni giorni in cui le cose appaiono nere. Ma la verità è che stiamo vincendo. Continuate così. Trovate la forza ed il modo di attraversare quel ponte, e poi combattete per restare dalla parte della verità. Nessuno sostiene che sia facile; dovrete combattere ogni giorno la tentazione di ricadere in trance.
Ma è più forte il desiderio intrinseco di vedere lo cose come sono realmente. E' forte. E'avvincente. E' reale.
Alcuni anni fa, un amico pittore mi ha inviato il seguente pensiero, le cui implicazioni sono universali:
"Ero molto combattuto. Sapevo che il genere di lavori che volevo fare non mi avrebbero dato da campare bene. Sapevo che per diventare qualcuno avrei dovuto compiacere il sistema (v. correlati). Ma poi riflettei su una cosa: come mi sentirei se dopo essermi venduto alla cultura dominante non riuscissi a farmi un nome e una posizione? A quel punto avrei perso sia la coscienza che la gloria... ironia finale. Insomma, se alla fine dei miei giorni saprò di essere andato per la mia strada e aver fatto ciò che sentivo di dover fare, potrò comunque ripensare alla mia esistenza con orgoglio. Non mi piacerebbe l'idea di andare a letto ogni sera chiedendomi che cosa diavolo ho fatto."
Questo spirito è difficile da ignorare ed è indistruttibile nel lungo periodo. Continua a tornare a galla come un sogno che è più reale della realtà stessa.